Risvegli notturni e notti in bianco.
Alzi la mano chi ha figli e non ha passato notti insonni. Nessuno? Già è proprio così anche nelle migliori delle ipotesi e con il figlio più bravo del mondo a dormire, qualche notte in bianco l’avete fatta.
Non voglio spaventare i futuri genitori ma avere un figlio significa anche non dormire tutta notte, magari solo un periodo ma la carenza di sonno la proverete tutti!
Quando sono diventata mamma ho letto ogni tipo di libro e manuale per far dormire il pupetto e a parte qualche buon consiglio che mi sento di riportare di seguito, niente fa come dell’esperienza in prima persona.
I miei tre figli hanno avuto insonnie e paturnie notturne diverse e, visto che credo di non essere ancora uscita dal tunnel, non posso nemmeno dire che non ce ne siano altre prove notturne da superare.
Col senno di poi sembra tutto semplice e forse sarà per questo motivo che le nottate che ricordo di aver perso per i miei primi due figli penso di poterle contare sulle due mani, in realtà sono state molte di più ma si sa il tempo addolcisce anche i ricordi più duri. La difficoltà di recupero da sonno però aumenta proporzionalmente al numero di figli. Quando Diego non mi faceva dormire pensavo che non fosse umano essere così stanchi, con Emma e le sue otiti, le nottate sono aumentate e la stanchezza pure, Linda ci ha dato il colpo di grazia. Ancora ora a ben 4 anni suonati, viviamo “notti brave” manco avessimo ancora 20 anni.
La piccolina di casa è stata, come in ogni altra situazione, la più dura da gestire in ambito notturno: vi ho già parlato di spannolinamento e ciuccio, per la nanna non è stata da meno. Fortunatamente tutti e tre hanno iniziato a dormire nel proprio lettino e nel letto normale presto e senza tanti problemi, ovviamente non sono mancate varie incursioni nel lettone ma Linda è stata la più lunga a dormire una notte intera. Il motivo principale è stata la richiesta del biberon di latte durante la nanna da una a tre volte per notte fino a 3 anni. Ho provato di tutto, anche le minacce lo ammetto, nulla è servito fino a che non ha deciso lei che bastava il biberon prima di dormire e quello della mattina appena sveglia.
Sembra retorica ma ribadisco che ogni bambino è a sè e anche per la nanna ognuno ha il suo approccio. I consigli che mi permetto di dare grazie alla mia esperienza sono principalmente due:
– creare una routine serale, quindi sì a bagnopappananna con l’intramezzo della storia da leggere o da raccontare. Questo va bene sia per bambini piccoli che per quelli più grandi;
– non accondiscendere ai capricci come non sono stanco e non voglio fare la nanna, ultimamente mi capita più questo con Linda che insiste per stare un po’ sul divano con noi a guardare la tv. Immancabilmente si addormenta lì in pochi minuti e questo comporta trasportarla nel suo letto, rischiando di svegliarla o comunque di disturbarle il sonno. No, non va bene!
Poi ci sono le notti che te la ritrovi nel lettone e appena si riaddormenta la riporto nel suo, alla mattina le chiedo perchè è venuta nel letto di mamma e papà e lei mi risponde: volevo solo farti un abbraccio nel tuo letto. Sono sciolta!
E le vostre notti come sono?