E’ andato, passato, concluso o quasi e ora che tutti dormono e io rimango con le ciglia appese al monitor del pc ci penso e ripenso che alla fine tutta questa ansia potevo evitarmela.
Il primo giorno di scuola media (e no, non si chiama più così ma scuola secondaria di primo grado ma per facilità continuerò a chiamarla media o medie) del mio primogenito, unicomaschioperdipiùcoredimamma, è arrivato e trascorso senza tragedie.
Cosa ve lo sto a dire che io la scorsa notte non è che ho proprio dormito bene e che come la sveglia ha fatto il primo bip, io sono saltata come una molla neanche dovessi partecipare ai 100 a ostacoli. E se faccio tardi? Diego alzati, Emma vestiti e Linda dorme? ma sì lei lasciala dormire che almeno bevo il caffè in pace. Mio marito rimane a letto. Con calma. Molta calma! fatti suoi io porto Diego, Emma e Linda le porta lui. L’importante è che arriviamo noi in orario, il mondo (come cantava Irene Grandi) finisca sotto un tram.
Passatemi la metafora ma per me questa mattina la priorità di vita era Diego e il suo primo giorno di medie. Poco importa che anche le altre due dovessero guadagnare l’entrata a scuola in orario, io e Diego alle 7.45 eravamo pronti. Emma pronta anche lei mi chiede se deve venire con noi e io: NOOO! Ti porta papà! Al che, colta da senso di colpa materno, ho svegliato Linda, preparato il biberon, dato sul divano con tanto di coccole, vestita e sistemata in tempo record di 20 minuti. Va bene le coccole sono state un po’ frettolose lo ammetto e questo tempo non credo riuscirò mai più ad eguagliarlo. Nel frattempo mio marito con tutta calma si gustava la colazione (preparata da me) in cucina.
Saluto le femmine con baci, abbracci e raccomandazioni, in fin dei conti Emma iniziava il suo primo giorno di terza e un incoraggiamento andava dato anche a lei. Io e Diego usciamo.
Arrivo in negozio, parcheggio, saluto mia sorella e mano nella mano con il mio bimbo ci avviamo verso la nuova scuola. Diego stai tranquillo, gli dico e lui: Oh mamma ma io sono tranquillo!
Tu sì ma io no, vorrei rispondere ma non posso, meglio non far vedere l’ansia, sorrido e continuo a camminare verso un nuovo inizio per Diego ma anche per me mamma. Si entra, si ascolta il discorso e si va a lavorare, lui in classe e io tra matite, quaderni e fotocopie.
Oggi l’ho visto grande, oggi. Lui che era il mio piccolino.