Il ciuccio – parte seconda (e spero ultima)

Ho già raccontato del morboso attaccamento al ciuccio di Linda, la mia terzogenita, qui, e poco prima di partire per le ferie a giugno ho deciso che era il momento di farlo sparire.

Erano giorni che provavo a dirle che ormai fosse abbastanza grande per lasciare il ciuccio e che lo avremmo portato sul famoso Albero dei ciucci a Oltremare, ovviamente non ne voleva sapere. Con Emma era stato tutto più semplice, era anche più piccolina e chissà perchè pensavo di riuscire a fare nella stessa maniera con Linda.

Sconfortata dalla sua cocciutaggine sapevo che non mi avrebbe reso l’impresa facile se avessimo portato il ciuccio con noi al mare. Così un pomeriggio mentre lei era dalla nonna, presa da non so quale ispirazione, l’ho nascosto. Non me la sono sentita di buttarlo direttamente anzi tutt’ora è dove l’ho riposto, forse ho paura che ne abbia bisogno. So che non è così e ho capito che era più un problema mio e come per tutte le altre cose era mio compito insegnarle che il momento era quello giusto.

Ecco come sono andate le cose da allora: quella sera rientrata a casa ha cercato il ciuccio e io le ho detto che non sapevo dove fosse. Spesso le capitava di dimenticarlo nei posti più insoliti e ritrovarlo solo dopo un attento esame di ogni angolo di casa. Dopo la deludende ricerca di quella sera, è andata a letto contrariata ma non particolarmente agitata.

E sapete una cosa? Si è addormentata, incredibile vero?

Io di certo ero incredula e dopo la prima sera, nelle sere successive è stato sempre più semplice metterla a nanna e il ricordo del ciuccio sempre più debole.

Al mare non l’ha mai chiesto, solo qualche giorno fa dopo una gita in montagna sulla strada del ritorno, stanca della giornata le è tornato in mente ma è stato solo un attimo, prima di addormentarsi cullata dall’andamento dell’auto.

Non so se posso ancora dire di aver archiviato il ciuccio per sempre ma credo di essere a buon punto.

Insomma mai disperare, anche con lei, che è la mia terza figlia ho imparato qualcosa. Passatemi la retorica ma c’è sempre da imparare con i bambini e ci vuole tanta pazienza.

Fonte www.oltremare.org

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